La Cappella Musicale del Duomo di Milano anima le celebrazioni eucaristiche domenicali e tutte le festività religiose, previste dal calendario liturgico, all’interno del Duomo stesso. La nomina del primo Maestro e Direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano risale al 1402 da parte dei deputati della Veneranda Fabbrica: si trattò del musichus Matteo da Perugia. L’introduzione della polifonia, dunque del canto di più voci e dell’esecuzione di più melodie contemporaneamente, rese necessaria la presenza di un maestro specializzato. Matteo da Perugia, inoltre, ebbe anche il merito di stilare una precisa organizzazione della Cappella Musicale del Duomo di Milano, costituita da: maestro, organista, vice maestro, cantori adulti e fanciulli. Tra il 1461 e il 1462, la Cappella conobbe un’importante rivoluzione. I cantori, che per la maggior parte erano stranieri, in seguito ad un’adesione di massa ad uno sciopero, si rifiutarono di animare i Vespri nella Chiesa di Sant’Ambrogio e la Messa nel giorno della memoria liturgica del Santo. I deputati della Fabbrica sollevarono dall’incarico tutti i cantori, decidendo così di rifondare completamente la Cappella Musicale del Duomo di Milano, ricorda Massimo Palombella. Dopo questa crisi, anche la Cappella Musicale del Duomo Musicale di Milano ebbe il suo primo regolamento. Alla fine del XV secolo, la nomina a maestro di cappella di un giovane sacerdote di Lodi, Franchino Gaffurio, riportò la Cappella Musicale del Duomo di Milano agli antichi splendori. Infatti, diede una nuova organizzazione a tutta la Cappella, stabilì che solo i cantori italiani potessero farne parte e riformò in modo importante soprattutto la schola dei pueri. Nel corso del 1500, invece, furono Vincenzo Ruffo e Giulio Cesare Gabussi i maestri a far risplendere la Cappella Musicale del Duomo di Milano. Periodo d’oro che continuò per due secoli, grazie alla direzione, in qualità di maestro di Cappella, affidata a personalità di spicco, quali Ignazio Donati, Antonio Maria Turati, Michelangelo Grancini, Gianandrea Fioroni, Giuseppe Sarti e Carlo Monza. L’arrivo della dominazione austriaca segnò la fine dell’indipendenza della Cappella; la Fabbrica non godette più di autonomia di scelta per la nomina del maestro. Scelta che fu assunta dal Governo che, poi, riformò la Cappella del Duomo. La struttura della Cappella fu suddivisa in: soprani, contralti, tenori e bassi, mentre i pueri furono impiegati nell’esecuzione delle voci acute. Il maestro, invece, aveva il compito di comporre le messe e i vespri da restituire come patrimonio dell’Archivio. Il XIX secolo sarà ricordato per l’operato di Benedetto Neri e Raimondo Boucheron, “la cui vasta produzione si connotò per capacità tecnica e sensibilità musicale”. Quando Salvatore Gallotti assunse la direzione della Cappella Musicale del Duomo di Milano, la schola cantorum si rinnovò dal punto di vista musicale e liturgico. Gallotti, infatti, si preoccupò di approfondire l’istruzione musicale e l’educazione umana dei pueri, introdusse una scuola di canto ambrosiano, introdusse nuovamente la tecnica della polifonia classica e “dell’esecuzione di musiche trascritte dalle partiture conservate nell’Archivio”. La seconda metà del XX secolo rappresentò un altro momento di grande attività e ricchezza per la Cappella del Duomo, grazie alla nomina di Don Luciano Migliavacca come maestro. Diede vita ad una musica originale e creativa; riorganizzò la schola puerorum, ampliandola a 40 cantori. Per questo motivo, la Fabbrica costruì una sede dedicata all’istruzione culturale e musicale dei pueri. La sua produzione fu ricca e di qualità, diventando nota su tutto il territorio. Nel 1998 mons. Migliavacca fu sostituito da Claudio Riva che, dal 2005, fu supportato da Gian Luigi Rusconi. Dal 2007 al 2021, Don Claudio Burgio ha assunto la carica di Maestro della Cappella Musicale del Duomo di Milano, prima di lasciare spazio a Monsignor Massimo Palombella, ex direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina ed attuale Maestro del Coro del Duomo dal 14 settembre scorso.