Lo scorso 28 febbraio, il Consiglio dei Ministri ha approvato dieci disegni di legge di delega al Governo in materia di semplificazione e codificazione. Uno dei Ddl reca la delega per la revisione del Codice civile per introdurre i cosiddetti “patti prematrimoniali”. Tali accordi in base alle opinioni sono già ammessi nei Paesi di cultura anglosassone, come America, Regno Unito e Australia (“prenuptial agreements”), ma anche in Europa, come in Germania e Spagna. In Italia gli accordi prematrimoniali non sono mai stati visti di buon occhio soprattutto dalla giurisprudenza, ma i tempi stanno cambiando, la concezione stessa di famiglia è cambiata e il legislatore non si può esimere dal colmare quella che appare sempre più come una lacuna del nostro ordinamento. Del resto la richiesta dei contratti prematrimoniali non manca, come testimonia anche un’indagine riportata dall’Avv. Domenico Bianculli e condotta dall’Associazione “Donne e qualità della vita” su un campione di 541 coppie in procinto di sposarsi. Ben il 64% degli intervistati, infatti, si è dichiarato favorevole a firmare un accordo che fissi reciproci diritti e obblighi prima di convolare a nozze in previsione di un’eventuale separazione.
Patto prematrimoniale a Milano, di cosa si tratta
Come si legge nel testo del Ddl delega, in caso di approvazione del testo, il Governo sarà delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione e integrazione del Codice civile, con lo scopo di «consentire la stipulazione tra i nubendi, tra i coniugi, tra le parti di una programmata o attuata unione civile, di accordi, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, aventi efficacia obbligatoria, intesi a regolare tra loro, nel rispetto delle norme imperative, dei diritti fondamentali della persona umana, dell’ordine pubblico e del buon costume, i rapporti personali e quelli patrimoniali e i criteri per l’educazione dei figli».
Il testo del disegno di legge di delega è estremamente sintetico, ma si possono già dedurre degli elementi di riflessione a proposito dei contratti prematrimoniali, che consentiranno quindi di definire a monte soprattutto le questioni economiche nel caso l’amore dovesse finire. Il richiamo al «rispetto delle norme imperative, dei diritti fondamentali della persona umana, dell’ordine pubblico e del buon costume, i rapporti personali e quelli patrimoniali e i criteri per l’educazione dei figli» lascia intuire, infatti, che tali accordi si limiteranno a regolare gli aspetti patrimoniali senza entrare nella sfera strettamente personale dei coniugi (es. la libertà sessuale). È significativo anche l’accenno al fatto che con i contratti prematrimoniali sarà possibile stabilire a priori i criteri per l’educazione dei figli, mentre gli altri rapporti genitoriali, in particolare quelli economici, ne resterebbero fuori, rimanendo così sottoposti al controllo giurisdizionale.
Patto prematrimoniale a Milano, quali sono i punti critici
Sul tema dei patti prematrimoniali l’opinione pubblica è letteralmente spaccata in due. Con l’introduzione di tali accordi L’Italia si metterebbe al passo con gli altri Paesi, ma non si possono ignorare alcuni aspetti. Gli accordi prematrimoniali, infatti, potrebbero portare a una mercificazione del rapporto e per i cattolici ci sarà anche il rischio di nullità matrimoniale poiché tali patti, escludendo la proprietà dell’indissolubilità su cui si fonda il matrimonio, mettono in discussione fin da subito la fiducia. Ci sono quindi ancora molti punti da chiarire prima che i contratti prematrimoniali possano essere approvati anche dal nostro ordinamento.