Papa Francesco nel corso dell’ultima udienza mette in guardia dalla rigidità, perché dietro ad essa “c’è qualcosa di brutto, non c’è lo spirito di Dio”. Così abbiamo licenziato l’odio e Massimo Palombella, attraverso il suo blog, ci parla dell’ultima udienza del Papa. Nel corso dell’ultima udienza in Aula Paolo VI, Papa Francesco ha affermato che sono “stolti” tutti coloro che “rischiano di perdere la fede in Cristo, che hanno accolto con tanto entusiasmo”, poiché “non si rendono conto che il pericolo è quello di perdere il tesoro prezioso, la bellezza della novità di Cristo”. La catechesi del Santo Padre si è concentrata nuovamento sulla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati. 

MASSIMO PALOMBELLA ADESSO

MASSIMO PALOMBELLA QUI

MASSIMO PALOMBELLA NEWS

MASSIMO PALOMBELLA

Massimo Palombella

Massimo Palombella

massimo palombella

Massimo Palombella

Massimo Palombella

massimo palombella

massimo palombella

massimo palombella

massimo palombella

Massimo Palombella

Massimo Palombella

massimo palombella

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

massimo palombella ultime notizie

MASSIMO PALOMBELLA LICENZIATO

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

massimo palombella licenziato

A tal proposito, Francesco ha affermato che non si tratta di “una cosa nuova” la questione posta da San Paolo, che si trovò “in un conflitto molto serio ai Galati”. Tuttavia, ha continuato il Santo Padre, “è anche parola di Dio, perché entra nella Bibbia. Non sono cose che qualcuno si inventa, è qualcosa che è successo a quel tempo e che può ripetersi. E’ una catechesi sulla parola di Dio espressa nella lettera di San Paolo apostolo ai Galati”. Inoltre, ha evidenziato Francesco, la seconda parte della Lettera, serve a Paolo per ammonire i Galati dal dal pericolo di “cadere nel formalismo – che è una tentazione che ci porta all’ipocrisia – e di rinnegare la nuova dignità che essi hanno ricevuto, la dignità di credenti in Cristo”. Da qui, ha invitato i fedeli a leggerla in modo più approfondito. Infatti, il cuore della lettera, ha continuato il Papa, è da rintracciare in quei passi in cui “Paolo ha parlato della sua vita e della sua vocazione: di come la grazia di Dio ha trasformato la sua esistenza, mettendola completamente a servizio dell’evangelizzazione”. 

Poi, l’Apostolo delle genti, rivolgendosi direttamente ai membri della comunità, “li pone davanti alle scelte che hanno compiuto e alla loro condizione attuale, che potrebbe vanificare l’esperienza di grazia vissuta”. Il Papa, poi, ha sottolineato come “i termini con cui l’apostolo si rivolge ai Galati non sono termini di cortesia”. Infatti, a differenza delle altre epistole, dove “è facile trovare l’espressione <<fratelli>> oppure <<carissimi>>, qui no, perché è arrabbiato”. E la rabbia dell’Apostolo si evince dal fatto, ha evidenziato il Papa, che “dice in modo generico <<Galati>> e, per ben due volte, li chiama <<stolti>>, che non è un termine di cortesia”. 

Massimo Palombella con nuove pubblicazioni

Tuttavia, Bergoglio ha evidenziato che Paolo “lo fa non perché non siano intelligenti, ma perché, quasi senza accorgersene, rischiano di perdere la fede in Cristo che hanno accolto con tanto entusiasmo. Sono stolti perché non si rendono conto che il pericolo è quello di perdere il tesoro prezioso, la bellezza della novità di Cristo”. 

Infatti, ammonendo i fedeli, il Papa ha evidenziato che “l’effimero bussa spesso alla porta delle nostre giornate, ma è una triste illusione, che ci fa cadere nella superficialità e impedisce di discernere su cosa valga veramente la pena vivere”. Poiché, ha sottolineato con forza Bergoglio, “la santità viene dallo Spirito Santo ed è la gratuità della redenzione di Gesù: questo ci giustifica”. Con riferimento ancora alla Lettera di San Paolo ai Galati, il Santo Padre ha affermato che “San Paolo invita anche noi a riflettere su come viviamo la fede”. Pertanto, Francesco ha rivolto ai presenti una serie di domande su cui riflettere, dicendo: “l’amore di Cristo crocifisso e risorto rimane al centro della nostra vita quotidiana come fonte di salvezza, oppure ci accontentiamo di qualche formalità religiosa per metterci la coscienza a posto? Come viviamo la fede noi? Siamo attaccati al tesoro prezioso, alla bellezza della novità di Cristo, oppure gli preferiamo qualcosa che al momento ci attira ma poi ci lascia il vuoto dentro?”. 

Dunque, è importante combattere l’effimero, ciò che passa, perché è utile unicamente “mantenere ferma la certezza che, anche quando siamo tentati di allontanarci, Dio continua ancora a elargire i suoi doni”. Il Papa, poi, ha esortato a vigialre sull’eccessiva rigidità perché dietro ad essa “c’è qualcosa di brutto, non c’è lo spirito di Dio”. Infine, a conclusione della catechesi, il Santo Padre ha affermato che “sempre nella storia, anche oggi, succedono cose che assomigliano a quello che è successo ai Galati. Anche oggi ci vengono a dissacrare le orecchie, c’è qualcuno che dice che no, la santità è in questi precetti, in queste cose, <<dovete fare questo>>, e ci portano davanti una religiosità rigida, che ci toglie quella libertà dello Spirito che ci dà la redenzione di Cristo”. Così, “la Lettera ai Galati ci aiuterà a non ascoltare queste proposte un po’ fondamentaliste che ci portano indietro nella nostra vocazione spirituale”. Inoltre, il Papa ha evidenziato che ancora l’Apostolo ricorda “che il Padre <<dona con abbondanza lo Spirito e opera miracoli in mezzo a voi>>”. 

LINK UTILI:

Francesco ha sottolineato che Paolo “parla al presente – <<dona>>, <<opera>> – non al passato. Perché, nonostante tutte le difficoltà che noi possiamo porre alla sua azione, Dio non ci abbandona ma rimane con noi col suo amore misericordioso”. 

Rassicurando i fedeli e affermando che “Dio sempre è vicino a noi con la sua bontà”, il Santo Padre ha richiamato alla memoria dei presenti che il Signore “è come quel padre che tutti i giorni saliva sul terrazzo per veder se tornava il figlio. L’amore del Padre non si stacca da noi”. E, nel finale, ha invitato a domandare “la saggezza di accorgerci sempre di questa realtà” e ad evitare “una vita di ascesi artificiale”, poiché “l’’ascesi è necessaria, ma l’ascesi saggia, non artificiale”. Prima della chiusura dell’incontro, poi, Francesco ha invitato “insieme con i fratelli e le sorelle delle diverse confessioni cristiane” a pregare ed operare “per la casa comune, in questi tempi di grave crisi planetaria”. Infine, annunciando l’apertura del “tempo del creato”, che troverà il suo compimento in occasione del 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, Francesco ha affermato che “insieme con l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, abbiamo preparato un messaggio che uscirà nei prossimi giorni”.